R Coronae Borealis

R CrB (la stella brillante in basso) — foto USNO
È il prototipo di un'importante classe di variabili irregolari, che tuttavia annovera non più di una 40-ina di componenti. Sono stelle giganti, di classe spettrale compresa tra F e G e che nonostante abbiano dimensioni comprese da 30 a 40 volte quelle del Sole, posseggono una massa del tutto simile. Alcune di esse sono state scoperte nella Grande Nube di Magellano e ciò ha permesso di confermare che la loro luminosità può arrivare a 8000 volte quella del Sole. La distanza della R CrB si attesta attorno ai 3200 anni luce.
Interessante per il variabilista esperto e paziente, R CrB un oggetto che dovrebbe essere perennemente monitorato in quanto più di una volta ha manifestato comportamenti inaspettati. La stella è stata individuata per la prima volta nel 1783 da Edward Pigott, un astrofilo inglese figlio di un altro appassionato del cielo. Durante una delle tante notti di osservazioni, egli aveva notato che una delle stelle precedentemente registrate come molto debole era improvvisamente aumentata di luminosità. Un paio d'anni dopo era nuovamente tornata a essere molto debole per diventare del tutto invisibile una decina d'anni dopo, nel 1795, quando entrò definitivamente nella scena astronomica. Il discorso a questo punto si farebbe lungo e complesso; diciamo solo che astronomi come Argelander, Flammarion e, in tempi più recenti, Howart avevano creduto di ravvisare lunghe periodicità nella curva di luce, sino a 1100 giorni! In realtà, come accennato, si tratta di un'irregolare che può mantenersi al massimo, attorno alla 6ª grandezza anche per 11 anni di fila.
Una delle ipotesi più accreditate per spiegarne il comportamento è che si tratti di una stella molto vecchia che di tanto in tanto eietta dense nubi costituite da minute particelle di grafite (carbonio allo stato puro) le quali, raggiunto il punto di condensazione a circa 10 diametri stellari, arrivano ad assorbire sino al 99 per cento della luce.
La curva di luce di R CrB (puoi ingrandire)
Col tempo, com'è logico pensare, queste nubi opache si riscaldano al punto che le particelle sublimano e il guscio di polvere torna a essere trasparente, consentendo così alla stella di riacquistare il suo originale splendore. Oppure, più semplicemente, si può pensare all'azione dei venti stellari che dissipano la ... cortina fumogena che avviluppa l'astro (è la cosiddetta Dust Puff Theory).
L'osservazione della R CrB si può normalmente condurre anche dalla città con l'ausilio di un buon binocolo o di un piccolo telescopio; quando però raggiunge i minimi storici, ossia alla magnitudo 14.8, occorre un telescopio di almeno 25 centimetri e una cartina dettagliata come quella pubblicata che mostra stelle sino alla 15-esima (vedi). Fra i minimi profondi recentemente registrati ricordiamo quelli del 1995-6 e del 1999-2000.
Cliccando qui puoi scaricare l'immagine grande in formato stampabile per le osservazioni.

Da Nuovo Orione, "Stelle e Profondo Cielo" (Agosto 2000)

CORONA BOREALE