Collinder 285
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Le stelle principali appartenenti a Collinder 285 sono state ritoccate in bianco pastello per essere meglio in evidenza

L'ammasso aperto più vasto presente nel firmamento non viene usualmente riconosciuto come tale, perché essendo molto vicino appare prospetticamente molto disperso su un'ampia zona del cielo. Più che di ammasso aperto sarebbe forse più corretto parlare di un'associazione stellare che risulta di fatto essere la più vicina al Sistema Solare dopo quella denominata AB Doradus, invisibile però dall'Italia. E' stata scoperta dall'astronomo inglese Richard Anthony Proctor (1837-1888), maggiormente conosciuto per essere stato il primo a capire che gli storici "canali di Marte" di Schiaparelli e Lowell non erano reali, in quanto si trattava di mera illusione ottica.

R. A. Proctor (adattatto da Wikipedia)
Come si può vedere dalla figura sopra riportata, Collinder 285 comprende 5 delle 7 stelle del Grande Carro e alcune altre abbastanza brillanti appartenenti alle costellazioni contigue, fra cui la 21 del Leo Minor, la Delta Leonis, Alfa Coronae Borealis (Gemma) e alcune stelle del Boote. La vera natura di questo gruppo è stata scoperta da Proctor nel 1869 e Huggins nel 1872 i quali determinarono i moti propri e le velocità radiali delle singole componenti, notando così che esse si muovono grosso modo nella stessa direzione spaziale rispetto alle altre stelle; questa è infatti la principale caratteristica di un gruppo fisicamente legato.
L'ammasso è centrato a una distanza di circa 75 anni luce dal Sistema Solare e occupa un volume di dimensioni 30×18 anni luce. Possiamo farci un'idea delle dimensioni di Collinder 185 se si considera che Alpha CrB, uno dei membri più esterni, è situata a oltre 50 gradi dal centro del quadrilatero del Grande Carro. Secondo lo Sky Catalog 2000, l'età è di 160 milioni di anni, ma ciò contrasta un po' con la notevole somiglianza delle sue stelle con quelle di Melotte 111, delle Yadi e del Praesepe che sembrano però indicare un valore vicino ai 400 milioni di anni. Gli studi sui moti propri delle stelle vicine hanno rivelato che molte di queste, ubicate su tutto il cielo, sembrano spostarsi nella stessa direzione spaziale dell'ammasso dell'Orsa Maggiore. Fra queste ci sono Alpha Ophiuchi, Beta Aurigae e Sirio, oltre a un centinaio di altre più deboli. È dunque probabile che tutte queste stelle facessero originariamente parte dello stesso gruppo e che successivamente se ne siano allontanate a causa di incontri reciproci, oppure a causa delle forze mareali indotte dalla Via Lattea. Abbandonato dunque il nucleo principale dell'ammasso, esse si trovano a ruotare attorno al centro galattico su orbite del tutto simili, ed è per questo motivo che presentano lo stesso moto proprio. L'associazione è chiamata dagli astro­nomi Ursa Major Stream e si estende per oltre 100 anni luce dal centro dell'ammasso, arrivando a includere anche il nostro Sistema Solare.

Da Nuovo Orione, "Stelle e Profondo Cielo" (Aprile 2003)

AMMASSI  APERTI