Il sito del Galassiere
Namibia 2025
Un emozionante tour galattico sul tropico del Capricorno

Uno scorcio della Savana

Uno degli edifici della farm
Si tratta di un'avventura stellare alla quale mi stavo preparando psicologicamente da un paio d'anni, quando mi era stata proposta da alcuni amici astrofili incontrati durante una sessione osservativa in una località nei pressi del passo del Giovà, il mio avamposto appenninico abituale. La Namibia, con particolare riferimento al cielo spettacolare che presenta, mi è sempre stata decantata da costoro che vi si erano già avventurati negli anni passati. E pertanto, giunto quasi alla soglia dei 70 anni, ho preso la decisione di sperimentare personalmente tale emozione. Non indulgerò ora a parlare del viaggio, né a descrivere gli aspetti paesaggistici e logistici di Tivoli Guest Farm, che sono ben noti, e mi limiterò pertanto a entrare subito in medias res.

Una suggestiva Via Lattea fotografata da Filippo e Paola

La nostra postazione osservativa
Diciamo subito che il primo impatto è stato certamente notevole. La Via Lattea si stagliava in tutto il suo fulgore, ma ciò che mi ha maggiormente colpito — anche se di fatto me lo aspettavo — era l'assenza quasi totale di estinzione atmosferica che da noi si fa sentire in maniera talvolta invadente al di sotto dei 30-35 gradi sopra l'orizzonte. Mancanza d'inquinamento luminoso (la capitale Windhoek è situata a quasi 200 km verso NW), e soprattutto la secchezza dell'aria in un territorio sito nel mezzo della savana si sono rivelati fattori determinanti in questo senso. Nel corso della mia lunga vita mi è capitato spesso di vedere cieli stellati spettacolari, soprattutto da alcuni alti passi di montagna, ma tutti presentano, chi più chi meno, lo stesso comune denominatore: sono ottimi nei pressi dello zenit ma, come sopra accennato, tendono inesorabilmente a degradarsi man mano che si scende sotto l'equatore celeste.
Un bellissimo tramonto fotografato da Paola Battaglia

La Dark Doodad Nebula (© deepskycorner.ch)
Ho notato questo anche da alcune località desertiche, di per sé molto buie e secche, quando permangono polveri in sospensione nell'atmosfera che fanno perdere prezioso contrasto sugli oggetti relativamente bassi. E tuttavia deboli foschie a ridosso dell'orizzonte, anche queste certamente imputabili alla polvere fine sollevata dal vento durante la giornata, erano presenti anche qui, come testimonia il tramonto che mostra il sole e la colorazione del cielo simili a ciò che si osserva dalle località nostrane.
Nel programmare le osservazioni ho utilizzato come sempre il Megastar, lo storico atlante elettronico oramai vecchiotto, ma sempre efficace, col quale ho preparato svariate centinaia di cartine che per motivi contingenti ho potuto sfruttare solo in parte. Contestualmente ho cercato di familiarizzare con le principali costellazioni site nell'emisfero australe utilizzando sia il programma Perseus, sia il più semplice Stellarium posizionandolo sulla città di Windhoek. La ⇒ immagine seguente mostrava la situazione alle 20h del 20 agosto 2025. Una volta sul posto ho per prima cosa cercato di localizzare la stella Polare Australe, una stelluccia di magnitudo 5.5 situata ad appena un grado dal polo celeste sud. Ovviamente nulla ha a che fare con la nostra Polare (di 2ª grandezza), ma si riesce ugualmente a individuare con facilità perché fa parte di un piccolo trapezio di stelline di luminosità compresa tra la 5ª e la 6ª grandezza. Alcune perle facilmente visibili a occhio nudo erano le due Nubi di Magellano: in prima serata era prontamente visibile quella piccola (SMC), simile a un soffice batuffolo di ovatta di luminosità uniforme. Molto debole, ma facilmente visibile nel Capricorno era la cosiddetta "luce anteliale" (Gegenschein), mentre invece luminosa, alta e proterva al punto da offuscare in parte le stelle sullo sfondo, era la ⇒ Luce Zodiacale.

NGC 6492. La stella arancia in basso a sx, una doppia serrata, è la SAO 254122 di 6ª grandezza (© Aladin)

Gli amici del mio gruppo osservativo accanto al 25"
Dopo aver individuato a occhio nudo le principali costellazioni non poteva mancare un breve giro turistico nella fascia galattica col mio inseparabile 12x50, lo strumento che si è rivelato vincente su alcuni oggetti come IC 2602, la C99 (popolarmente conosciuta come "sacco di carbone" e una sorta di lunga ditata scura, di cui ignoravo totalmente l'esistenza, estesa almeno una 10-ina di primi in direzione NNE-SSW e ribattezzata dal celebre astronomo e astrofotografo statunitense Dennis di Cicco Dark Doodad Nebula.
Tuttavia, la goduria maggiore è stata durante l'utilizzo del dobsoniano Obsession 25", condiviso con alcuni amici, che Emmanuele Sordini, l'artefice della spedizione, ha potuto noleggiare durante la prenotazione. Era un buon strumento, anche se non ho potuto sfruttarlo appieno come avrei voluto: infatti non ho stupidamente pensato di portarmi appresso il TeleVue da 4.7 mm. per poter spingere gli ingrandimenti e catturare con maggior facilità alcune evanescenti galassiette riportate sulle cartine che mi ero stampato. Ho dovuto pertanto accontentarmi di impiegare al massimo i 280x forniti dal 9 mm, anziché i 540x resi possibili dall'oculare a corta focale.

Un singolare "firma" notturna

Assieme a Oronzo (a sinistra) col dobson da 25"
Il dobsoniano era munito sia di un telrad, sia di un piccolo cercatore 8x40 (quest'ultimo, però, non era utilizzabile in quanto l'oculare, tra l'altro privo di crocicchio illuminato, si trovava troppo a ridosso del telrad che quindi sarebbe stato necessario dover rimuovere). Il puntamento passivo si effettuava tramite un computer collocato sullo strumento e dotato di un piccolo display luminoso. Non era in realtà molto efficiente perché, a seconda di dove si puntava, il dobson perdeva spesso l'allineamento che doveva essere ricalibrato o addirittura rifatto più volte nel corso della nottata che a queste latitudini durava non meno di 10 ore (dalle 20h alle 6h del mattino). Questo sistema di puntamento degli oggetti è senza dubbio comodo, nonché più rapido rispetto al consueto sistema tramite cercatore, ma richiederebbe un importante aggiornamento del software Argo Navis in dotazione, in particolar modo per quanto riguarda il database delle stelle più brillanti fra cui, ad esempio, α Pavonis (Peacock) e α del Triangolo Australe (AtriA), che sarebbero state molto utili per i successivi riallineamenti del telescopio. Ad ogni modo le lunghe sessioni osservative mi hanno dato l'opportunità, fra le altre cose, di contemplare con una certa soddisfazione la mia 30-millesima galassia (NGC 6492, nella costellazione del Pavone) da quando, quasi 40 anni fa, ho iniziato a registrare regolarmente le osservazioni.

La sala bar

I prodromi di una nottata persa!
Anche se all'inizio mi ero promesso di non volermi soffermare su tutti gli aspetti della farm, ci tengo comunque ad accennare a uno dei locali che più di ogni altro ho molto apprezzato, durante i miei brevi break notturni: quello adiacente alla mia stanza che fungeva da sala lettura e da bar, provvisto di ogni comfort (frigo, cucina, microonde e altro). Questo consentiva ai nottambuli di potersi rilassare qualche minuto assaporando un caffè o una cioccolata (io optavo sempre per il primo). Era altresì presente un comodo divano, anche se era piuttosto “rischioso” sistemarvisi sopra: dopo molte notti sotto le stelle la stanchezza iniziava a prendere il sopravvento ed era facile addormentarsi. Niente di male, sia chiaro, ma la mole di oggetti ancora da osservare era cospicua e il telescopio reclamava la presenza ...
Malgrado la penultima notte sia stata totalmente nuvolosa, devo dire di essere rimasto molto appagato dell'esperienza. L'ambiente era molto bello e accogliente, il cibo buono e la compagnia decisamente allegra e simpatica, al punto che desidero ricordarla con affetto in queste due foto di gruppo: una in ⇒ versione diurna e l'altra in ⇒ notturna. E non mancava neppure un simpatco ospite molto gradito, almeno per un ... ailurofilo come me (⇒ vedi).

Le osservazioni effettuate a Tivoli Farm sono quelle riportate con la dicitura "sqm 22 / ottimo" nella casella relativa alla trasparenaza e al seeing.

UN SOMMARIO ELENCO DEGLI OGGETTI OSSERVATI
— 2 nebulose oscure (C 99 e Sandqvist 149, entrambe osservate col 12x50)
— 5 nebulose
— 13 nebulose planetarie (2 già precedentemente osservate dall'Italia)
— 19 ammassi globulari (3 idem come sopra)
— 64 ammassi aperti (2 idem come sopra)
— 757 galassie (39 idem come sopra)
Per un totale di 860 oggetti.
Facendo un consuntivo mi ritengo dunque più che soddisfatto. Certo, mi è rimasta fuori una cospicua parte del programma. Sarà eventualmente per la prossima volta (se mi sarà ancora possibile).

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