La Stella di Natale
(saggio pubblicato su "Le Stelle", Dicembre 2006)
Quando avvenne?

Dionigi il Piccolo
È sorprendente che del fondatore del Cristianesimo, di questo personaggio che ha spaccato la storia in due (avanti Cristo e dopo Cristo) non sia conosciuto il genetliaco, tanto più che praticamente tutto il mondo adotta il calendario che conta gli anni dalla sua nascita. Se è vero che gli Ebrei hanno il loro computo del tempo basato sulla Creazione del Mondo e che i Mussulmani contano gli anni dall'Egira, è anche vero che questi calendari servono per scopi puramente religiosi; per uso civile anche Ebrei e Mussulmani utilizzano il calendario gregoriano.
È comunque storia nota che l'anno 1 dell'era cristiana non coincide con la nascita di Gesù a causa di uno sbaglio commesso dal monaco scita Dionigi il Piccolo vissuto tra la fine del V e la prima metà del VI secolo. Questi nel 525 aveva avuto l'incarico dal papa Giovanni I di riformare le tavole astronomiche per i computo della Pasqua che se nel calendario lunisolare ebraico, allora come oggi, cade invariabilmente nello stesso giorno dello stesso mese dell'anno, ossia il 14 di Nissan, in quello cristiano, esclusivamente solare, doveva essere stabilita di volta in volta in base al primo plenilunio di primavera, come sancito dal concilio di Nicea. Dionigi, dotto linguista, astronomo, ma anche fervente apologista, si propose altresì di fissare l'inizio della nuova era dalla nascita di Gesù, sopprimendo gli anni di Diocleziano, «tiranno piuttosto che principe», ma per fare questo effettuò dei calcoli piuttosto complicati rifacendosi a una cronologia elaborata circa una secolo prima dal vescovo Cirillo di Alessandria; commise però l'errore di aver fissato la nascita di Gesù il 25 dicembre dell'anno 753 dalla fondazione di Roma e di aver quindi stabilito come anno 1 quello che iniziava col successivo 1° gennaio. Esula da questo contesto riportare tutte le elucubrazioni aritmetiche del monaco, ma resta il fatto che la nascita effettiva di Gesù va retrodatata di alcuni anni. Ma di quanti?
Per inquadrare cronologicamente l'evento, dobbiamo dapprima cercare di fissare un terminus ante quem e un terminus post quem. Il primo ci è fornito da un passo tratto dal 2° capitolo del Vangelo di Luca dove si legge:
«Il quel tempo fu emanato un decreto di Cesare Augusto per il censimento di tutto l'impero. Questo primo censimento avvenne quando Quirino era governatore della Siria».
Ma Quirino, o Cirino a seconda delle traduzioni, non divenne governatore della Siria se non nel 6 d. C. e comunque si trattò di un censimento provinciale e non imperiale. È possibile che Luca si fosse sbagliato?
Così parve per molto tempo sino a quando si scoprì, negli Annales di Tacito, che Publio Sulpicio Quirinio era già stato precedentemente in Siria, al tempo del proconsole Saturnino, in qualità di legato dell'imperatore Augusto, dopo la vittoria sugli Omonadesi (predoni della Cilicia). Anche se in quell'epoca era investito di compiti prettamente militari, egli aveva stabilito in Siria la sua sede ufficiale e il suo quartier generale tra l'11 e il 7 a.C. Durante questo periodo potrebbe aver ordinato il censimento della popolazione che nella Roma antica aveva un duplice scopo: la valutazione del numero degli abitanti idonei al servizio militare e l'esazione delle imposte (v. NOTA 1). Se le cose sono andate effettivamente così, il passo di Luca andrebbe allora letto in quest'altro modo:
«Questo censimento avvenne prima che Quirino fosse governatore della Siria», come fa in effetti la Bibbia Concordata, oppure «Questo censimento fu [quello] precedente a quando Quirinio divenne governatore della Siria» (v. NOTA 2).
Giuseppe Flavio

Un'àncora importante, però, ci viene da un famoso storico e cronista dell'antichità, Giuseppe Flavio, condottiero ebreo passato dalla parte romana al tempo della guerra fatidica del 66-70 che ha portato alla disfatta totale d'Israele. Nella sua celebre opera Antichità Giudaiche, composta nel 93 d.C, Giuseppe afferma che Erode il Grande fu nominato re da Marco Antonio nella Olimpiade 184-esima, ossia nel 41 a.C., e che questo dispotico tiranno regnò 37 anni. Inoltre, nella stessa opera, si narra che poco prima della sua morte aveva avuto luogo un'eclissi di luna un mese prima della Pasqua (che secondo il calendario ebraico, in base a quanto sopra affermato, cade invariabilmente durante il plenilunio). L'eclissi in questione è, molto probabilmente, quella verificatasi la notte tra il 12 e il 13 marzo del 4 a.C., mentre la Pasqua sarebbe stata celebrata il successivo 11 aprile. Se la famigerata strage degli innocenti non è soltanto una eco leggendaria della crudeltà di questo sovrano, in base al criterio con la quale era stata ordinata, vale a dire l'uccisione di tutti i maschi dai due anni in giù, siamo costretti a collocare la nascita di Gesù al più tardi tra il 5 e il 7 a.C. Questo escluderebbe automaticamente il censimento provinciale del 6 d.C, perché a quel tempo Erode era già morto da 9 anni!
Il terminus post quem, sia pur con un certo lasco, è invece più sorprendente e ci è fornito dal vangelo di Giovanni. Questa è un'opera composta tra la fine del I e l'inizio del II secolo e che ha fatto una certa fatica ad affermarsi nel Canone a causa dell'intransigenza che la chiesa nascente aveva sempre manifestato nei confronti dello gnosticismo, un movimento esoterico e iniziatico da cui il IV vangelo dipende strettamente. Eppure, se si considerano le vere origini storiche del Cristianesimo, questa scuola di pensiero vi ha giocato un ruolo importantissimo. Chiaramente non ci soffermeremo su ciò, onde non uscire dai binari della nostra disamina, ma gioverà considerare un passo contenuto alla fine del capitolo VIII nel quale Gesù dice:
«Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò. Gli dissero allora i Giudei, Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
Avrete notato ciò che i Farisei hanno obbiettato a Gesù?
Ora, si può dire «non hai ancora 50 anni» a una persona che è vicina alla 50-ina e non a uno che ne ha 40 o meno. Supponiamo dunque che durante questo colloquio Gesù abbia avuto effettivamente un'età compresa tra i 45 e i 50 anni. Dal vangelo di Luca veniamo a sapere che Giovanni Battista cominciò la predicazione nel deserto nel 15° anno dell'Impero di Tiberio, il quale fu proclamato Cesare nel 14 d.C: siamo quindi nell'anno 28. Luca chiude repentinamente l'episodio affermando che il Battista venne imprigionato da Erode Antipa, ma secondo Matteo il battesimo di Gesù nel Giordano, e quindi l'inizio della sua vita pubblica, avvenne più o meno in quel periodo. Se accettiamo che il ministero di Gesù sia durato tre anni, come da tradizione, dovremmo fissare la data della crocifissione nel 31; e se al momento della morte egli aveva effettivamente l'età che abbiamo supposto, dovette nascere tra il 15 e il 20 prima della nostra era! Questo intervallo di 5 anni si può dunque considerare il limite superiore, ma, come si vede da tutto questo, l'incertezza resta comunque grande.
Incerti sono, purtroppo, anche il giorno e il mese della nascita di Gesù.
Precisiamo subito che il 25 dicembre, la fatidica data fissata da Dionigi, è in realtà una ricorrenza stabilita al concilio di Nicea nel 325 per contrapporre la nuova festa cristiana all'antica festa pagana del dio Sole. Si era trattato di una mossa astuta escogitata da , il quale aveva capito che l'unità religiosa dell'impero era un presupposto fondamentale per dare coesione ai popoli sottomessi. Nel 272 l'imperatore Aureliano, conquistata Palmira, aveva istituito la festa del Dies Solis Invicti Natalis (natale dell'invincibile sole), una festa legata al culto misterico di Mitra molto diffuso specialmente presso i militari; nulla parve dunque più appropriato, ai cristiani dell'epoca, poterla celebrare rendendo culto al loro Dio quale Sole di Giustizia, come affermato dal profeta Michea, e quindi Luce contrapposta alle Tenebre in palese riferimento al Cristo risorto, come viene spesso simboleggiato nel Vangelo di Giovanni. Proprio in quest'ultimo sembra esserci un'indicazione del moto annuale del Sole in relazione alle stagioni: nel III capitolo il Battista dice riferito a Gesù: «Egli deve crescere e io diminuire».

Il volto austero di Costantino il Grande
(Roma, Museo Capitolino)
La festa di S. G. Battista cade il 24 giugno, quando, cioè, a quei tempi ricorreva il solstizio d'estate, contrapposto a quello d'inverno che dal tempo di Giulio Cesare veniva appunto celebrato il 25 dicembre. Ma sappiamo bene cosa succede durante solstizio estivo: il Sole, raggiunto il punto più alto dell'eclittica, comincia a diminuire in declinazione (le giornate si accorciano), mentre durante quello invernale ricomincia a crescere (e le giornate tornano così ad allungarsi).
Anche lo stesso mese di dicembre non sembra il più appropriato per collocarvi la nascita di Gesù e ancora una volta è Luca a fornirci interessati informazioni (2:8). Leggiamo infatti che «vi erano dei pastori in quella stessa regione che passavano la notte all'aperto facendo la guardia alle loro greggi».
È noto che in Palestina, come del resto anche qui da noi, i mesi di dicembre e gennaio sono i più freddi dell'anno, con temperature che possono scendere al di sotto dello zero; inoltre questo periodo coincide più o meno con la stagione delle piogge. Secondo il Talmud le greggi venivano portate al riparo attorno alla metà di novembre e vi restavano sino all'inizio della primavera. Se supponiamo che il clima della Palestina non sia mutato sensibilmente nel corso degli ultimi 2000 anni — e non c'è motivo di crederlo — non è dunque verosimile che attorno al 25 dicembre vi fossero ancora dei pastori che dimoravano sotto le stelle!
Ma c'è un altro importante indizio fornitoci da questo evangelista meticoloso. Si legge, infatti, che Zaccaria, moglie di Elisabetta e padre di Giovanni Battista, officiava nel Tempio secondo il turno della classe Abia, una delle 24 classi in cui era stato diviso il sacerdozio nell'Antico Israele; quella di Abia era precisamente l'8ª classe (Cfr 1° Libro delle Cronache, cap 24). Come si può desumere dai manoscritti di Qumran questo turno cadeva due volte all'anno dall'8 al 14 del III mese (Shivan, che coincide col periodo maggio-giugno), e dal 24 al 30 dell'VIII mese (Cheshvan, ossia ottobre-novembre). Se ipotizziamo che i fatti narrati si riferiscano al primo dei due periodi, possiamo dedurre che, avendo Elisabetta concepito dopo la fine del turno di suo marito, ossia alla metà del III mese, il Battista doveva nascere verso la metà del XII mese (Adar). Tanto per fissare le idee, se ipotizziamo la data del concepimento nell'ultima settimana di giugno (vedi la NOTA 3 a piè pagina), il Battista sarebbe nato l'ultima settimana di marzo dell'anno successivo. Secondo lo stesso Vangelo, la nascita di Gesù avvenne 6 mesi dopo quella di Giovanni e pertanto si collocherebbe nell'ultima decade di settembre e comunque non dopo la prima settimana di ottobre. In questo periodo dell'anno fa ancora abbastanza caldo da poter dimorare all'aperto durante la notte.
Abbiamo adesso sufficienti elementi per riesumare la nostra 8ª e ultima ipotesi, quella della congiunzione planetaria.

NOTA 1 – Qualcuno avrebbe anche invocato il Censimento Universale (Census Populi Romani) dell'8 a.C. Dal momento che a quel tempo i dispacci non viaggiavano certo via etere si potrebbe supporre che l'ordine fosse giunto nella lontana Palestina solamente l'anno successivo (7 a.C.); ma tale censimento riguardava soltanto i cittadini romani dell'impero e Giuseppe non era né cittadino romano, né suddito dell'impero, dal momento che a quel tempo la Palestina faceva parte del regno di Erode il Grande.

NOTA 2 – Questa ipotesi è stata tuttavia confutata da Emilio Salsi, studioso e storico del Cristianesimo. Se dunque la natività di Gesù secondo Luca è effettivamente avventuta al tempo del censimento di Quirino dell'anno 6, rimane un insanabile contrasto con quanto affermato da Matteo, secondo il quale Gesù sarebbe invece nato almeno due anni prima della morte di Erode avvenuta nel 4 a.C.

NOTA 3 – I 12 mesi del calendario ebraico sono mediamente di 29 giorni e mezzo (vale a dire una lunazione), mentre nel nostro hanno una lunghezza media di 30.4 giorni. In questo modo però si avrebbe un anno di appena 354 giorni. Siccome il calendario ebraico, a differenza di quello mussulmano, è lunisolare, per poter accordare l'anno solare coi mesi lunari è necessario interporre, ogni 3 anni circa, un mese supplementare. Il 1° mese (Nissan) inizia al novilunio primaverile e prima della riforma gregoriana l'equinozio avveniva attorno al 25 marzo del calendario giuliano e pertanto l'inizio di Nissan poteva cadere dal 25 marzo al 23 aprile. Il 3° mese (Shivan) iniziava allora attorno al 25 maggio e pertanto la fine del turno di Abia andrebbe collocato grosso modo nell'intervallo tra l'8 giugno e il 6 luglio.

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