G1 in Andromeda

Una suggestiva immagine di G1 ripresa dallo HST
È noto che negli aloni galattici sono presenti una gran quantità di ammassi globulari; nella Via Lattea sono maggiormente concentrati verso il centro della galassia, ma sia le orbite sulle quale si muovono, sia le loro inclinazioni rispetto al piano del Sistema Solare possono assumere i valori più disparati, col risultato che li troviamo un po' dovunque in cielo (basti pensare a M3, situato tra Arturo e Cor Caroli e quindi totalmente al di fuori della zona galattica).
Anche la Nebulosa di Andromeda, come del resto tutte le grandi galassie, possiede un alone ricco di globulari; uno di questi, denominato Mayall 2 o G1 è talmente grande che se si trovasse alla distanza di M22 nel Sagittario (3250 parsec) farebbe impallidire giganti del calibro di Omega Centauri o 47 Tucanae, i più cospicui oggetti di questa categoria presenti in cielo, seppur ubicati nell'emisfero australe; per non parlare poi dei più modesti M22 ed M13 che pure tanto piccoli non sono.
G1 è stato scoperto nel 1953 dagli astronomi Nicholas Mayall e Olin Eggen e, secondo alcune fonti, conterrebbe circa mezzo milione di stelle vecchie. È situato a una distanza di 130.000 anni luce dal nucleo di M31, ma si trova su un'orbita molto eccentrica che attualmente lo pone molto all'esterno della galassia. G1 ha una magnitudo assoluta di -11, vale a dire quella della Luna al primo o all'ultimo quarto, e una relativa di 13.7, per cui è comodamente alla portata di uno strumento amatoriale da 30 o 40 centimetri. Ha forma ellittica con un rapporto tra gli assi minore e maggiore di 4/5, come si può chiaramente vedere nella celebre immagine dello HST ripresa con una sorprendente risoluzione.
Schizzo di G1 effettuato dall'autore con un dobsoniano da 41 cm a 380x
Visualmente è molto difficile scorgerne l'allungamento, in quanto l'oggetto è molto piccolo; la figura di destra riproduce un disegno di G1 che ho effettuato con un dobsoniano da 40 centimetri a 380x (impiegando un oculare da 4.8 millimetri) durante una serata con seeing buono ma non eccezionale da un sito di montagna. In questo schizzo G1 appariva con un nucleo puntiforme, stellare, circonfuso da un piccolo e tenue alone che in visione distolta arrivava a lambire due stelline appena percettibili situate a ridosso NW e SW. Per motivi di chiarezza il disegno, oltre a essere stato ruotato col nord in alto e l'ovest a destra, è stato suc­cessivamente contrastato e non è quindi strettamente fedele a ciò che si vede nell'oculare, dove stelline e oggetto appaiono più deboli; costituisce comunque una valida idea di ciò che si può vedere e di ciò che può essere tentato anche in uno strumento minore, a patto di posse­dere condizioni di visibilità tali da poter spingere molto gli ingrandimenti. Per trovare G1 potete avvalervi della seguente cartina, ottenuta col Perseus, nella quale sono riportate stelle sino alla 14-esima; partendo dalla dalla 32 And, situata a sud della galassia, si segua pazientemente il percorso sino ad arrivare sul bersaglio. Se invece utilizzate un telescopio GoTo potete far riferimento alle seguenti coordinate: AR 00h 32m 46s, Dec +39º 34' 41".
Da quanto sopra esposto i visitatori avranno capito che la vera difficoltà nell'osservazione di questo globulare non sta tanto nell'individuarlo, quanto nell'azzeccare una notte con ottimo seeing di modo da spingere gli ingrandimenti il più possibile e rendersi ben conto cosa si sta guardando: un autentico oggetto deepsky appartenente a un'altra galassia!

Da Nuovo Orione, "Stelle e Profondo Cielo" (Novembre 2000, Dicembre 2007)

ANDROMEDA